Che cosa è la Geoparemiologìa
La Geoparemiologìa è una disciplina nata trent'anni or sono dalle prime ricerche
sul campo svolte da laureandi dell'università di Urbino, applicando alla paremiologìa
i criterî della geolinguistica. Lo studio dei fatti paremiologici tradizionali
secondo una prospettiva geografica ha introdotto e valorizzato anche nel campo
paremiologico il concetto di variante e quello correlato dello
studio variantistico ‘orizzontale’.
Si ha qui una nuova visione della paremiologìa. Il proverbio viene primariamente
definito sotto l'aspetto funzionale, che (di contro al concetto tradizionale
dell'ammaestrare dilettando) è quello comunicativo: come appare dal suo meccanismo
di richiamo alla memoria, che è comune a ogni elemento del linguaggio articolato.
D'altronde, solo la sua qualità di formula stereotipa di comunicazione, di
elemento della tradizione linguistica orale, ne giustifica il tramandarsi per
generazioni. Se, come si è fatto per millennî, si considera il proverbio semplicemente
quale espressione della saggezza popolare, tali fatti non trovano più spiegazione.
La Geoparemiologìa distingue il proverbio ‘vero’, che denomina detto paremìaco
(DP), espressione della saggezza popolare, da quello ‘spurio’, o detto
didattico (DD), espressione della scienza popolare, che è tautologico,
ossìa non afferma null'altro dalla sua banale lettera (per la Candelora -
dell'inverno siamo fora, santa Lucìa - la notte più lunga che ci sia).
La Geoparemiologìa s'interessa ad entrambi, perché anche il secondo presenta
forme di alto interesse linguistico; ma il suo oggetto primario è il detto paremiaco,
che definisce allologico, brachilogico e analogico, perché vale a comunicare,
sinteticamente e allusivamente, qualcosa di diverso dalla sua lettera. Qualcosa
che va ricavato per via non logica ma intuitiva, in analogìa alla figura proposta
(il diavolo fa le pentole - ma non i coperchi).
I valori applicativi alle singole situazioni possono essere molti (e tanto
maggiori, quanto più generica risulta l'enunciazione, ad es. uno - non è
nessuno). Non si può pertanto parlare di un unico ‘significato’ di un DP,
ma di un insieme, a volte anche eterogeneo — e mai delimitabile a priori,
perché la fantasìa umana saprà sempre trovarne una nuova, imprevedibile applicazione.
Si può soltanto parlare di una gamma di possibili valori traslati, che la Scuola
geoparemiologica denomina ‘valore paremiaco’ (VP).
Secondo la dottrina geoparemiologica, il DP è, insieme con altre formule (quali
i modi di dire), importantissimo strumento della struttura di ogni idioma,
quale segno retorico, componente del codice retorico comunitario.
È questo un sottosistema che va postulato all'interno di ogni codice linguistico,
a comprendervi la materia linguistica "motivata" di una tradizione
culturale.
Si tratta degli strumenti tradizionali della retorica, o arte del dire
e del convincere; e anche della poesìa, con cui difatti il proverbio condivide
caratteri formali quali la rima e, soprattutto, il ritmo. Come quello linguistico,
anche il segno retorico è unitario e indivisibile: il suo significante è
costituito dall'intera formula, e può scaturire soltanto dalla sua completa
enunciazione.
All'interno di un medesimo codice linguistico, segno retorico e segno linguistico
appartengono a due (sotto)-sistemi non solo distinti, ma fra loro in opposizione,
e di rango diverso; il primo sovrastante al secondo, delle cui unità semantiche
(i lemmi) si vale per comporre le proprie unità (i macrolemmi).
Il vastissimo insieme formato dall'espressioni ‘idiomatiche’ è quello
che in ogni tradizione culturale meglio riflette il momento fantastico, poetico,
dell'attività linguistica: quello che parla in modo indiretto – analogico e
sintetico – per figure o similitudini. Da una sua soppressione, un
idioma resterebbe profondamente mutilato e snaturato.
Dopo il primo Convegno dell'Atlante Paremiologico Italiano (1995), la
fama raggiunta all'estero ha indotto gli organizzatori del Primer Congreso
internacional de Paremiología (Madrid, 1996) a porre l'illustrazione della
nostra disciplina, e dell'impresa dell'API, come relazione d'apertura. Questa
vide la stampa l'anno successivo, mentre in Francia si pubblicava uno studio
sulla Geoparémiologie.
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