L'attività di ricerca dell'API
La ricerca si attua "sul campo", per registrare su nastro le risposte
locali alle 20.000 formule-base già acquisite e formanti il Questionario
dell'API. Il metodo è fondamentalmente quello seguito nelle inchieste geolinguistiche,
con alcune avvertenze in più. L'inchiesta – che occupa attualmente un'intera
settimana – viene registrata su nastro magnetico. Per conferma e per arricchimento
di varianti è utile la presenza di 2, massimo 3 persone (purché le voci non
risultino sovrapposte), preferibilmente non dello stesso sesso.
Va soprattutto evitato il rischio di una ripetizione passiva (sia pure nel
dialetto locale – le risposte in italiano non sono considerate valide) della
formula quale proposta dal ricercatore, che pertanto dovrà ricorrere ad alcuni
accorgimenti. Si devono registrare tutte le risposte, anche perché una stessa
fonte può conoscere più d'una variante.
A questa fase segue la trascrizione scientifica (e versione in lingua) delle
attestazioni raccolte. Il materiale viene poi attribuito, mediante codici, alle
opportune voci (lavoro spesso complicato dagl'incroci delle formule) e infine
passato nell'archivio elettronico. Il materiale è distribuito in 12 grandi campi
semantici, con due ulteriori livelli di ripartizione. Risulta pertanto ordinato
secondo un codice aperto a 4 numeri.
Oltre al reperimento del massimo numero di attestazioni paremiologiche sul
territorio nazionale, il Centro persegue l'esame dei materiali raccolti per
condurre analisi varie delle strutture paremiologiche e linguistiche del proverbio,
studi sulla distribuzione areale dei detti e delle loro varianti, catalogazione
delle svariate formule figurate tradizionali (modi di dire); e, naturalmente,
la formazione di giovani ricercatori.
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